caffè al bar

Caffè al bar: come riconoscerne la qualità

09/10/2019 Consigli 

Caffè al bar, una vera e propria tradizione a cui non sappiamo rinunciare all’interno della nostra frenetica quotidianità. Che sia da soli o in compagnia, la pausa caffè rappresenta un momento fondamentale per ricaricarci di energia o molto spesso per staccare la spina.

Tuttavia, non è semplice trovare un buon espresso all’interno della moltitudine di locali e bar presenti in ogni città. Preparare il caffè è un’arte, ed è giusto che chi lo beve viva un’esperienza. Ci sono dei procedimenti da rispettare e il risultato finale risponde a particolari caratteristiche e sfumature gustative equilibrate. Un insieme di elementi che coinvolgono tutti i nostri sensi, dalla scelta della tazzina, all’attenzione per la temperatura, fino alla valorizzazione dell’aroma, sono molti gli aspetti da tenere in considerazione per riconoscere un buon caffè al bar.

In ogni tazzina di questa bevanda così unica sono racchiusi sapori, profumi e tradizioni da apprezzare durante la degustazione. Per questa ragione risulta fondamentale capire quando il caffè che stiamo per assaporare è buono. Ecco qui una semplice guida.

Caffè al bar: caratteristiche fondamentali 

Gusto, vista, olfatto e tatto sono i sensi coinvolti nella valutazione della qualità di un caffè. Concentrandosi sulle sfumature percepite e sul retrogusto che permane in bocca, sì può valutare l’aroma. Indipendentemente dal tipo di caffè, una nota amara derivante dalla tostatura è sempre presente, ma la buona qualità della bevanda è data dal giusto equilibrio tra acidità, dolcezza e amarezza. Un caffè buono deve lasciare una sensazione piacevole!

Anche l’occhio vuole la sua parte. Un caffè ben preparato si presenta cremoso e consistente. Per chi lo beve dolce, l’utilizzo dello zucchero in questo senso è un buon banco di prova: versato sulla cremina, se scende velocemente, ci permette di capire che non siamo davanti ad un buon caffè!

Gli aromi e i profumi sprigionati dal caffè sono molteplici e spesso difficili da riconoscere. E’ possibile raggrupparli in alcune categorie principali: tostato, con note che rievocano la tostatura della frutta secca o del pane; caramello, dalle fragranze dolci di zucchero con una lieve sfumatura finale di amaro; legnoso, caratterizzato dal profumo del legno pregiato; tabacco, con sentori riconducibili al sigaro mai acceso; speziato: pepe nero, cannella, cardamomo e chiodo di garofano; cioccolatoso, che rievoca toni olfattivi dal cacao in polvere fino alla cioccolata fondente; vanigliato, un gusto cipriato che può essere associato alla vaniglia fresca o alla fava tonka; frutta da guscio, nocciole tostate, mandorle o noci pecan; agrumato, ovvero sensazioni olfattive fresche di scorza di agrumi; floreale, un richiamo ai fiori dolci come gelsomino, rosa canina e camelia; fruttato, mela annurca, pera abate, prugna, fico. L’importane è che il caffè non sia accompagnato da un odore di bruciato, quanto piuttosto da una fragranza piacevole e coinvolgente. Da non sottovalutare, infine, anche la tazzina in cui la bevanda viene servita: deve essere calda, ma non rovente, e di colore bianco, così da esaltare le nuance della crema.

caffè bruciato

Attenzione al caffè bruciato 

Spesso, consumando il caffè al bar, capita di bere caffè bruciato. Accorgersi di questa grave pecca non è difficile. Al momento dell’assaggio si percepisce immediatamente una sensazione di bruciato e amaro persistente, inoltre sul fondo della tazzina si può notare una scia di polvere nera. Le cause possono essere diverse: una scarsa qualità del caffè o la cattiva lavorazione nel processo di produzione. Infine la pulizia della macchinetta è un elemento determinante per la buona realizzazione del caffè.

Degustare correttamente tutti i tipi di caffè 

E’ interessante qualche consiglio per una corretta degustazione, che permette di migliorare l’esperienza dell’assaggio. La prima cosa da fare è focalizzarsi sulla crema: il colore nocciola con striature rossicce è sinonimo di un caffè perfetto. Successivamente ci si può concentrare su una valutazione aromatica, spostando con un cucchiaino la crema si porta la tazzina al naso per valutarne l’aroma. Se si decide di assaggiare separatamente la crema, risulterà particolarmente amara al palato. In caso contrario si consiglia di mischiarla dolcemente alla bevanda con un cucchiaino in maniera circolare.

Infine per assaporarlo si consiglia di non aspettate più di 30 secondi da quando è stato preparato in quanto la crema inizierà lentamente a dissolversi. Anche il raffreddamento ne altera il sapore. Per concludere, una piccola curiosità che riguarda il classico bicchierino di acqua minerale: deve essere sorseggiato prima della degustazione del caffè. La bocca risulterà più pulita e l’esperienza di degustazione sarà migliore. Bere l’acqua dopo il caffè è ritenuto, dai baristi più esperti, un segno importantissimo per capire che l’espresso servito non è stato di gradimento del cliente e che quindi necessita di alcune modifiche per essere migliorato.