Termine minimo di conservazione

TERMINE MINIMO DI CONSERVAZIONE E DATA DI SCADENZA: l’importanza delle informazioni riportate sulle confezioni

14/01/2020 Consigli 

Termine minimo di conservazione e la data di scadenza, qual è la differenza? Perché sono così importanti? Molto spesso questi due parametri presenti sulle confezioni degli alimenti vengono confusi. Introdotti entrambi a livello normativo dal 2003 con il D. Lgs 23 giugno 2003 n.181, danno modo ad ogni consumatore di conoscere la storia dei prodotti, il mantenimento delle proprietà nutrizionali, e la loro durata limite di conservazione.

Oltre il termine minimo di conservazione vengono meno le caratteristiche organolettiche ottimali, mentre dopo il superamento della data di scadenza l’alimento, se consumato, può rappresentare un rischio se non addirittura un pericolo per la salute dei consumatori, a causa dell’inevitabile degrado dell’alimento e conseguente proliferazione batterica. Saper leggere queste due diciture rappresenta un primo passo per la tutela della propria salute. Nei prossimi paragrafi scopriamo insieme la giusta interpretazione.

Termine minimo di conservazione: di che cosa si tratta?

Il termine minimo di conservazione (TMC) identifica il periodo di tempo entro cui il produttore o il confezionatore garantisce l’ottimale mantenimento delle caratteristiche nutrizionali e organolettiche del prodotto venduto. Il TMC è composto dall’indicazione in chiaro e nell’ordine del giorno, del mese e dell’anno e può essere indicato con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il” o “da consumarsi preferibilmente entro fine”. A differenza dalla data di scadenza, esso contiene un significato prettamente qualitativo, senza fare riferimento alla sicurezza dell’alimento. In un definito intervallo di tempo, generalmente interposto tra i 3 mesi e i 2 anni, viene garantita in base ai materiali, alla tipologia di trattamento e alle modalità di confezionamento, la piena conservazione di cibi secchi o a lunga conservazione. Superato il TMC è ancora possibile consumare il prodotto: semplicemente più ci si allontana dalla data limite e più diminuiscono i requisiti della sua qualità senza che venga compromessa la sicurezza.

Data di scadenza 

La data di scadenza determina il limite entro il quale un prodotto risulta idoneo al consumo. Oltre a questa data, infatti, l’alimento può di fatto costituire un pericolo per la salute del consumatore. Un parametro talmente delicato che per Legge viene vietata la vendita dei prodotti, a partire dal giorno successivo alla data di scadenza indicata sulla confezione. Essa deve essere riportata obbligatoriamente sugli imballaggi alimentari dei prodotti confezionati, insieme alle condizioni e alle modalità di conservazione.

In funzione del Regolamento UE 1169/2011Food Information to Consumersil produttore ha l’obbligo di indicare la data di scadenza per ogni singola porzione preconfezionata. La legge prevede anche che sia indicata la data di congelamento per la carne, le preparazioni a base di carne e i prodotti non trasformati a base di pesce congelato, riportando la dicitura “congelato il” seguita dalla data stessa oppure dalla menzione del punto in cui è indicata sulla confezione.

“Da consumarsi preferibilmente entro” o “da consumare entro”?

Da consumarsi preferibilmente entro” o “Da consumare entro”: qual è la differenza? La prima frase accompagna l’indicazione del termine minimo di conservazione, mentre la seconda dicitura rappresenta la data di scadenza. Successivamente alla data indicata, il consumo degli alimenti con la prima raccomandazione non costituisce di fatto un pericolo per la salute del consumatore, tanto che in alcuni supermercati è possibile osservare la vendita di prodotti vicini al TMC, scontati o in posizioni ben visibili. La seconda locuzione “da consumarsi entro” identifica la data limite entro la quale consumare un alimento.

TMC

 

TMC e date di scadenza: perché monitorarle

Monitorare e avere cura di cosa si mangia è fondamentale. Pur essendo commestibili, negli alimenti che superano il termine minimo di conservazione il sapore può essere compromesso e la qualità non può essere garantita. È severamente controindicato consumare i prodotti che hanno superato la data di scadenza, soprattutto quando si tratta di alimenti deperibili come latte, formaggi freschi, carne e pesce, ossia prodotti in cui con il passare del tempo si innesca una proliferazione batterica.

All’interno del frigorifero è consigliabile tenere sotto controllo gli alimenti e applicare la rotazione delle scadenze, posizionando i prodotti con scadenza e TMC più ravvicinati negli scomparti più vicini, in modo da raggiungerli più facilmente e consumarli in tempi più brevi, rispetto a quelli con scadenza più lontana.